La vittoria presidenziale di George W. Bush è stata la più incerta e contestata della storia degli Usa. Decisivo il riconteggio dei voti della Florida.
Le elezioni americane del 2000, con la vittoria di George W. Bush, rimangono nella storia per l’epilogo. Una partita giocata voto a voto nello Stato della Florida, ago della bilancia in una corsa alla Casa Bianca incerta come non mai.
Al Gore, il vice di Clinton
Il Partito Democratico, dopo gli otto anni di Bill Clinton, aveva deciso di puntare sulla continuità, candidando il vice Al Gore. L’ex senatore del Tennessee è stato considerato uno dei vicepresidenti più influenti della storia americana: durante i suoi due mandati ha parte attiva a numerose riunioni internazionali e dibattiti pubblici, favorisce la diffusione di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione, approva le campagne militari contro Slobodan Milosevic e Saddam Hussein (Operazione Desert Fox del 1998), si schiera a favore del protocollo di Kyoto.
George W. Bush, candidato repubblicano
Dopo la parentesi Bob Dole, il GOP tornò a puntare sui Bush, questa volta su George Walker, figlio dell’ex presidente. Il governatore del Texas batte John McCain alle primarie.
Duello all’ultimo voto
Fin dalle previsioni, le elezioni del 7 novembre 2000 si preannunciavano come le più incerte da almeno quattro decenni. Quando i risultati provvisori incominciarono ad essere diffusi, si capì subito come un solo Stato avrebbe fatto la differenza. Bush aveva ottenuto la maggioranza dei voti in tutti gli stati meridionali con larghi margini, ed inoltre aveva ottenuto più voti anche in Ohio, Indiana e diversi stati della zona del Midwest e delle Montagne Rocciose. Gore, invece, aveva vinto in tutti gli stati nordorientali (con la sola eccezione del New Hampshire), diversi stati dell’Upper Midwest e della costa del Pacifico (inclusa la California).
Il caso della Florida
Nella notte del 7 novembre, col passare delle ore, era divenuto ormai chiaro che sarebbe stata la Florida lo Stato il cui vincitore sarebbe stato eletto presidente. L’8 novembre il rapporto della divisione elettorale affermava che Bush aveva un margine di vittoria di 1784 voti, equivalente allo 0,5 % di scarto. Secondo lo statuto della Florida, una tale situazione richiedeva un riconteggio automatico dei voti.
La questione arrivò fino alla Corte Suprema, la quale – con voto 5 a 4 – il 12 dicembre ordinò l’interruzione della verifica in quanto era impossibile effettuarla in tempo tale da rispettare le scadenze legali. Con un margine di appena 537 voti, George W. Bush vinse la Florida e divenne il 43° presidente degli Stati Uniti.